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Gli occhi artici dell’estraneo ma affascinante uomo viaggiavano chiaramente lontano, mentre con un’insolita avidità si posavano scattanti su ogni lineamento del mio viso. Per quanto plateale la sua opera, sembrava davvero che la mia figura fosse collegata ad un suo ricordo, o ancor peggio ad una persona a lui cara. Lily, mi aveva chiamata, nome lontano dalla possibilità di essere scambiato per il mio. Ma non era il nome a donargli la certezza che io fossi la ragazza da lui nominata, era la mia persona. Più volte avevo sentito dire che al mondo esistono sette persone simili a noi per fisionomia e molto più facilmente con il nostro stesso, o uguale in parte, DNA. Tuttavia dal modo in cui quest’uomo faceva viaggiare il suo sguardo famelico la nostra non era una semplice somiglianza, e la cosa iniziò quasi a intimorirmi. «Lily sono io, sono Raph. Il tuo fratellone.. non ti ricordi di me? » sussurrò emozionato. Nuovamente assunsi l’aria scettica di poco prima, piegando leggermente il volto mentre provavo a capire dove volesse arrivare e quanto ci fosse di vero in quest’assurdità. « Savannah? Non è possibile. Non è possibile. Tu sei uguale a lei, tu sei uguale a lei, no.» Indietreggiando di qualche passo ma senza distogliere il suo occhi dai miei, l’estraneo sussurrò le parole senza celare la rabbia e la delusione. Lo vidi serrare i pugni nelle tasche dei jeans scuri. « Io sono uguale a chi? » chiesi inquieta. « Chi è questa Lily ?» Ma le mie domande sembrarono non aver ricevuto nemmeno un minimo di attenzione. Il mio disturbatore arrancava in un enigma mentale senza nascondere le emozioni fulminee che incendiavano o raggelavano i suoi occhi. C’era qualcosa in quell’uomo di bell’aspetto che risultava strano; sembrava emanare un’aurea fredda che i miei sensi percepivano come un pericolo. Approfittando dell’assenza mentale dell’uomo, serrai la mano sinistra sulla bacchetta nascosta all’interno della giacca. Spostai lo sguardo sul cimitero, in cerca di una veloce via di fuga; l’unica plausibile si trovava di fronte a me e per intraprenderla sarei stata costretta a schiantare l’uomo verso la parte opposta. Improvvisamente il suo volto si rianimò, assumendo un’espressione impassibile e cortese. « Mi scusi signorina, l’ho scambiata per un’altra persona. » annunciò «Piacere di conoscerla. » Fissai la sua mano, che con un movimento fin troppo fulmineo si protese verso di me in attesa che la stringessi. Il suo cambiamento emotivo era stato troppo veloce per essere verosimile, e ciò confermò il mio dubbio che la sceneggiata in nome di Lily fosse solo una scusa per intrattenermi. Forse l’uomo conosceva mia zia ? Addirittura i miei genitori ? Voleva forse distrarmi e dar tempo a qualcun altro di raggiungerci ? Quando sul suo volto comparve un sorriso obliquo compresi che era tutto sbagliato. Fulminea scansai la mano e puntai la bacchetta contro l’uomo, indietreggiando di pochi passi. « Toccante Raph, davvero. In assenza di una mia gemella di nome Lily devo dedurre che la tua scena sia servita ad avvicinarti a me.» sibilai, puntando la bacchetta all’altezza del suo petto. Davanti a me, il cancello del cimitero era semiaperto, e per uscire sarei stata costretta a correre il più veloce possibile e ad infilarmi nella fessura senza sbatterci contro. Subito dopo sarei fuggita verso il villaggio e rifugiata in qualche locale per un ora o due. A meno che fuori non ci fosse qualcuno in attesa. Sbuffai infastidita. « Chi sei ? E soprattutto cosa vuoi da me ? Niente menzogne o finirai con il collo spezzato su una delle lapidi » domandai, sgarbata. Se il mio piano di fuga si fosse rivelato inutile e alla fine persino disarmata, mi augurai che la mia morte fosse veloce e indolore. Pensai a Charlie, a Even e ai miei genitori, e sperai che prima o poi riuscissero a superare la mia scomparsa, senza azioni vendicative che rischiassero di metterli in pericolo. Conoscendoli era però impossibile che restassero semplicemente in uno stato emotivo di lutto. Sperai almeno di sapere almeno il movente della mia morte e considerandoli i miei ultimi istanti di vita mi preparai allo scontro, mentre la neve ricominciò a calare lenta sul villaggio.
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