I cuori sono fatti per essere infranti., privata.

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the red woman`
Posted on 27/4/2012, 19:00 by: the red woman`     +1   +1   -1
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blood must have blood;

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Eravamo circondati da quasi tutti gli studenti presenti a Hogsmeade e persino da maghi adulti usciti dai locali incuriositi dal vociare poco soave e dalle nostre figure che si fissavano con un’intolleranza assassina. Dal lampo famelico che attraversò gli occhi del ragazzo in reazione al mio pugno mi aspettai di riceverne uno in cambio. Si avvicinò con foga, quasi sbattendomi contro, chiudendo i miei polsi nella presa ferrea delle sue mani. Percepii nuovamente il calore del suo corpo, e uno strano brivido mi percorse la schiena. Piacevole, ma errato. Mascherai la sensazione, assumendo un cipiglio infastidito da quella vicinanza non richiesta e minacciosa, che tuttavia sembrò cedere quando Kaleb avvicinò le labbra al mio orecchio solleticandomi inconsciamente il collo con il suo respiro caldo. Nervosamente cercai di liberarmi da quella vicinanza, dimenandomi lievemente e invano.
« Vedi piccola, dovrei essere morto, secondo la tua vaga concezione di giustizia divina, ma sono ancora qui, e fino alla prova contraria ho vinto io. Potrò pure essere meschino ed inutile, ma il problema è che tu non lo sei, per quanto ti ostini a volerlo far credere alla gente. Vedi tutte queste persone che si avvicinano per guardarti? Sono i tuoi amici... e i tuoi nemici... che godono della tua sofferenza. Perché tu soffri, e il tuo discorso da ragazzina frustrata lo ha dimostrato appieno. Prima lo ammetti, meglio è. Questo è un mondo marcio, pieno di meschini, di turbati, di psicopatici. Ma tu non sei una di loro e per quanto proverai a dimostrare il contrario, cadrai solo nel ridicolo. Ecco cosa sei. Ridicola. E sei stupida, perché non capisci un cazzo e non hai la minima idea di come distinguere le persone che ti vogliono far del bene, da quelle che invece ti pugnalerebbero alle spalle anche all'istante. » soffiò, senza celare disgusto. Sorrisi, malevola, fissando velocemente ogni singolo volto che assisteva voglioso alla nostra scenetta. Per l’ora di cena qualche stupido avrebbe servito questo succulento scoop ricamandoci sopra con la maestria dei falsi.
« Oh, e per l'appunto, tu prova a mollarmi un altro pugno e giuro che non sarò altrettanto delicato con te. Apri gli occhi ragazzina.... e ricorda... » concluse infine, allontanandosi e dandomi le spalle con naturale menefreghismo.
«Mi fai quasi tenerezza Matthews. » iniziai, andandogli incontro «Davanti ai nostri gentili spettatori ti fai tanto il macho man con i pregiudizi , però poi ti preoccupi di aiutarmi a ritornare nella mia Sala Comune quando sono ubriaca per il castello» sottolineai, ricordando l'episodio natalizio «Io sarò ridicola, ma tu sei un pessimo attore. E lievemente lunatico, se posso permettermi. Ma una cosa te la concedo, Kaleb, mi hai dato un motivo in più per piangere il mio ragazzo in compagnia di una bottiglia di whisky stanotte. Spero che tu venga a riprendermi .» terminai, piegando la testa di lato. Sorrisi amaramente alla schiena muscolosa del ragazzo, indietreggiando di pochi passi. Poi mi rivolsi alla folla.
«Lo spettacolo è finito, vi consiglio di iniziare a pensare a una storia fantastica e sconcia da raccontare ai vostri amici che sono rimasti al castello. Spero che almeno stavolta riusciate a scandalizzarmi.» dichiarai, applaudendo con finto entusiasmo e sorridendo nel notare alcuni dileguarsi.
Mi voltai nuovamente verso il Grifondoro, intento a fissare le figure ormai lontane dei suoi due amici. A quanto pare non era messo così bene in amicizia come si vantava di essere. Mi riavvicinai lentamente, pronta a far notare con disprezzo quanto le sue parole fosse vuote, ma il giovane parlò prima di me.
« Mi dispiace..»
Era un impercettibile sussurro che se fossi stata più distante dal suo corpo non avrei udito minimamente. Tuttavia mi trovavo a pochi centimetri dalla sua schiena, e quelle due parole arrivarono chiare e nitide alla mia percezione. Spalancai gli occhi, senza riuscire a mascherare l’espressione sorpresa.
« Hai detto sul serio 'Mi dispiace’ ?» domandai, superandolo e piazzandomi nuovamente di fronte a lui. Che gioco stava giocando ? Dedussi che fosse una messa in scena, che aspettasse una mia risposta per poi sputtanarmi come poco prima. Ma non riuscii a deviare la curiosità.
« Ho recepito male forse, come può dispiacerti di aver sputato veleno in faccia alla terribile Savannah Williams davanti ai nostri curiosi spettatori? » incalzai, cercando di studiare il suo sguardo. Occhi bui, neri come la notte. Sentii nuovamente il calore invitante di poco prima, non avendo notato quanto mi fossi inavvertitamente avvicinata. Sbattei più volte le palpebre e inspirai profondamente, speranzosa che quei brividi estranei passassero.
« Ripetilo Kaleb. Ripetilo. » mormorai. Non che ci bisogno di usare toni bassi, nessun orecchio curioso era più lì. Eravamo soli.
 
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