I cuori sono fatti per essere infranti., privata.

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¬Kaleb
Posted on 25/3/2012, 19:18 by: ¬Kaleb     +2   +1   -1






Una volta mi dissero che non mi godo abbastanza la mia età. Ma come? Siamo sicuri che parlavano di me?
Vi era un cane randagio a Hogsmeade che scodinzolava attorno a Kaleb ogni sabato pomeriggio, durante le immancabili gite indette dalla scuola. Lui comprava due bistecche alla locanda e insieme mangiavano felici su una panchina. Il Grifondoro si dileguava in commenti inutili che il più delle volte miravano a offendere qualche studente del terzo anno, troppo spaesato per capire la natura poco gentile dei commenti del diciassettenne. Aveva l'aria di chi sapeva di che pasta era fatto il mondo, nonostante lui per primo avesse grandi dubbi riguardo al suo futuro e alla vita che avrebbe condotto. Faceva fatica addirittura ad immaginarsi tra un anno, momento in cui avrebbe inevitabilmente lasciato la scuola.
Aveva chiamato il cane Oliver. Senza motivo. Gli piaceva la sonorità del nome, e il modo in cui esso si sposava con un eventuale soprannome tipo Olly oppure Olio. Perché Olio? Non ne aveva la più pallida idea. Forse perché gli ricordavano le patatine fritte in quantità industriali di olio che gli elfi domestici cucinavano per la sua gioia ogni pomeriggio per la cena. Si. Amava le patatine fritte. Amava tutto ciò che conteneva più grassi di quanti il suo stomaco era in grado di gestire. Tipo la bistecca che mangiava avidamente con le mani, buttando di tanto in tanto occhiatacce crudeli verso la bistecca del suo amico a quattro zampe. Dal canto suo, il cane, appena capiva che quella sottospecie di umano bramava il suo bottino, poggiava una zampa sul pezzo di carne, facendo intendere a Kaleb che non l'avrebbe neanche toccato. Intelligente quel cane! Gli piaceva. Preferiva la sua compagnia a quella di tantissime persone, non che lui fosse uno del tutto socievole. « Vorrei ricordarti che i soldi sono pur sempre miei. » Commentava ironicamente di tanto in tanto il ragazzo, tanto da costringere il cane a proseguire il suo pasto reale con una prolungata lamentela che Kaleb riconosceva come fastidio. Incredibile ma vero! Riusciva ad infastidire addirittura un cane. « Non lamentarti! E' illegale corrompere un cane con una bistecca colma di grassi affinché ascolti i tuoi commenti illuminati sugli altri. Non ti pago per lamentarti, bensì per lamentarMI. » A volte aveva l'impressione di essere capito molto meglio da quel essere che da qualsiasi altra persona, scartando ovviamente Jason e forse Dawson, che di per sé erano più animali di Oliver.
Passarono svariati minuti prima che il cane finisse il suo pasto e adagiasse il muso sulla gamba di Kaleb. Chiuse gli occhi e si lasciò accarezzare con noncuranza dal ragazzo, il quale dal canto suo non sembrava mostrasi particolarmente incline al dialogo. Stava piuttosto calcolando il tempo mancante all'arrivo della luna piena. Sarebbe stato forse il momento clue della sua vita. Si sarebbe trasformato o no? I ricordi di quella sera gli apparivano sfocati. Ricordava il dolore del morso e poi un bagliore di luce rossa proveniente dalla bacchetta del amico che scaraventava la creatura lontano da lui. Poi tutto divenne buio e lontano, come se la sua mente avesse deciso di mandare via la consapevolezza di ciò che gli era appena successo. In momenti simili, desiderava ardentemente di essere come Oliver. Quali preoccupazioni poteva avere un cane? Come avrebbe voluto che quel essere gli potesse parlare! Avrebbe detto sicuramente cose più intelligenti di lui, e forse in qualche modo l'avrebbe confortato, oppure gli avrebbe ribadito il concetto della sua acuta imbecillità.
Chiuse gli occhi godendosi quei pochi raggi di sole che si affacciavano violentemente oltre la coltre di nuvole grigiastre. Odiava la primavera, e l'estate, e l'autunno... e l'inverno. Ritrovava qualcosa di negativo in ognuna delle stagioni. Quella in particolare, era troppo capricciosa. Da giornate calde a temporali. Bah!
Per non parlare del imminente stress dovuto agli esami. Che palle!
Sobbalzò appena sulla panchina si sedettero altre due persone i cui discorsi gli sembrarono ancor più idioti dei suoi. Oliver scappò via, lasciandolo preda a quelle due fameliche belve.
Ora iniziano...
« Venerdì c'è la partita di Quidditch. »
« La Loyd sarà uno schianto come sempre! »
« Non che a noi interessi qualcosa... vero Matthews? »
Bingo!
Jason e Dawson sapevano come attirare l'attenzione di Kaleb, senza troppi convenienti. Bastava nominare una bella ragazza perché lui tornasse tra i comuni mortali e mostrasse uno di quei sorrisini ebeti di chi era appena stato scaraventato tra le braccia crudeli di Afrodite in persona.
« E parla per l'amor del cielo, altrimenti potrei pensare che quella depravata di Divinazione ti ha mandato in catalessi, durante l'ultima lezione di ieri pomeriggio. »
« Ammettilo, Jason! Piacerebbe anche a te scontare una punizione con lei. Il nostro eroe qui presente è solo fottutamene fortunato. »
Fottutamene fortunato a ordinare libri in ordine alfabetico per titoli, autori e per anno di pubblicazione. Decisamente...
Improvvisamente Dawson gli diede una gomitata, risvegliandolo alla realtà. Kaleb guardò davanti a sé, osservando la piccola Williams, di passaggio nella piacevole compagnia di due tirapiedi che la seguivano come cagnolini. Il ragazzo non poté fare a meno di scoppiare a ridere copiosamente di fronte a quella scenetta.
Ridicole.
« Che cazzo hai da ridere? »
Kaleb indicò le tre ragazze di fronte a sé, senza la minima possibilità di smettere col suo rimbecillimento precoce.
«Non so se sono più ridicole loro che la seguono, o lei che si lascia seguire da quelle due cretine. Insomma, guardale. Sembrano tre galline di una soap opera. »
« Non toglie il fatto che sono belle... »
Kaleb fissò per un istante Jason, con immensa ironia.
« Ma ti prego! Non mi farei una di quelle tre galline neanche se fossero le ultime donne sulla terra. »
« Jason, il nostro amico è decisamente diventato gay. Meglio se gli stai lontano. »
« Ma anche no! Il problema di quelle ragazze è che sono troppo superficiali per capire la differenza tra un fighetto del cazzo e un ragazzo per bene. »
« Ricordarmi... chi è il ragazzo per bene? »
Kaleb si fermò apparentemente spiazzato dall'affermazione di Jason.
« Ti dimostrerò che ho ragione. »
Si sistemò il colletto della camicia, si passò una mano tra i capelli e con nonchalance continuò a fissare quel ristretto gruppetto di oche.
« Ehi Williams! Stasera c'è una festa ai Tre Manici di Scopa. Ti va di andarci insieme? »
 
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