just take it easy

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;scarlett
Posted on 29/4/2012, 11:58     +1   -1




Dire che vivere li dentro era orribile sarebbe stato troppo poco. Diciamo, per far comprendere abbastanza la situazione, che la sala comune Serpeverde la riconosci perchè c'è una puzza assurda di fumo e alcol sin dal primo respiro che fai non appena entri. E chi dice che alla fine ci fai l'abitudine dice grosse cazzate. Per non parlare, persino di chi a stento esce fuori da quelle quattro mura ed è costretto a respirare continuamente la stessa aria. E apri la finestra no? Sì, così poi vieni inondato. Dall'acqua, s'intende. Un altro pomeriggio sprecato. A fare cosa? Ah boh questo è mistero. Sta di fatto che ultimamente la Riley preferisce di gran lunga rimanersene da sola in Sala Comune, a volte è davvero irritante andarsene in giro per il castello con una schiera di ragazzi che ti seguono, che ti guardano e che vogliono parlarti a tutti i costi. Anche se probabilmente per voi non è la stessa cosa, quindi non potreste capire. Perlomeno in sala comune il numero di gente irritante diminuisce. Più o meno.

Tanto per cambiare, la veela oggi è irritata lo stesso. E' tutto il pomeriggio che cerca di leggere un libro, avrebbe dovuto già finirlo, ma in realtà è già qualcosa se ricorda il titolo sulla copertina. Forse il problema è che stare la dentro la innervosisce ancora di più. Hell come al solito è uscita, non che ci fosse da stupirsi, certo. Neanche dovesse andare chissà dove, cosa avrà mai di così importante da fare? Spaventare un primino o due, prendere qualcuno in giro, magari. Divertente. Ma per Scar il divertimento è ben altro, anche se negli ultimi giorni la parola divertimento era molto lontana dai suoi pensieri. eccola infatti sdraiata su uno dei divanetti in sala comune, con il libro a lei tutt'ora sconosciuto in mano, aperto ad una pagina a caso, e la bottiglia di fianco a lei, quasi vuota. Ah, doveva finire il libro non la bottiglia.se la compagna di stanza non fosse tornata entro poco, dando alla Riley un'opportunità per alzarsi da quel divano e fare qualcosa -inventata ovviamente, sul momento- difficilmente quella bottiglia sarebbe rimasta piena. Mezza piena per la precisione. Il suo sguardo ceruleo percorre attentamente alcune righe di una pagina aperta a caso, è tutto il pomeriggio che va avanti così, e fino a questo punto avrà capito sì e no di cosa parla la storia a grandi linee. Molto grandi oserei dire. Ma ovviamente non sta leggendo. ''Non ti stai neanche impegnando!'' direbbe sua madre. Dio quasi la Riley riesce a sentirla, in quel preciso istante. E istintivamente la ragazza alza gli occhi al cielo, solamente nel pensare a sua madre. Diciamo che non è proprio il momento. Torna guardare il suo libro, noiosissimo. E con un solo gesto, la mano si abbassa verso il pavimento, quasi fino a sfiorarlo cercando la bottiglia mentre i suoi occhi rimangono fissi e sovrappensiero sul libro. Fino a che, ecco la bottiglia cadere a terra, sospinta dalla mano della ragazza che non era riuscita a prenderla. Immediatamente si gira, e abbassa lo sguardo osservando la bottiglia stesa sul pavimento, e ciò che c'era al suo interno ormai era fuoriuscito quasi del tutto, andando a bagnare il pavimento. «Ah perfetto.» Dice infine, scocciata. Allungando il corpo verso la bottiglia, nel tentativo di prenderla e rimetterla in piedi. «Ci mancava solo questa.»Sbuffa infine. E il suo passatempo del pomeriggio è andato. Ovviamente l'alcol sparso per terra adesso è l'ultimo dei suoi problemi. Potrebbe facilmente dimenticarsene se ciò non fosse legato al fatto che consisteva nel suo passatempo pomeridiano. Con un sospiro, la veela si alza, infastidita e non poco, da ciò che è appena successo, anche se il suo viso non esprime altro che noia. Tanta, troppa noia. In questo momento farebbe qualsiasi cosa. Tranne che studiare, certo. Per quello ci sono sempre altri metodi con cui uscirne assai più facili del classico e noioso. Studiare non rientra affatto nella sua top ten delle cose da fare.. per tutta la vita. Eppure a scuola va bene lo stesso. Non studia quasi mai, ma la sua bellezza disarmante aiuta con i professori. E anche molto, oserei dire. Adesso in piedi, nel bel mezzo della stanza con la sua solita divisa che ovviamente sta meglio a lei, che a tutte le altre persone presenti in quella stupida scuola, e i primi bottoni della camicia aperti, come al solito. Un po’ si diverte a vedere le facce dei ragazzi incollati su di lei, ma probabilmente anche con un sacco di patate addosso avrebbe lo stesso risultato. Quello è solo uno dei suoi tanti capricci da narcisista convinta. Dopo essersi sistemata distrattamente i capelli biondi platinati, eccola dirigersi verso la parete di fronte a lei, nella quale c’erano alcuni libri, per riporre anche il suo. Nel posto sbagliato, ovviamente. Ma figuriamoci se adesso va a vedere pure dove metterlo. Per quei pochi libri che sono rimasti li dentro, l’avrebbe ritrovato sicuramente anzi, se fosse scomparso sarebbe stato anche meglio.
 
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Magënta
Posted on 30/4/2012, 13:44     +1   -1




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Se prima di quel momento ero sempre stata sicura di me, lì, con la spilla di prefetto appuntata sulla camicia ero a dir poco tronfia. Tenevo il mento alzato con un costante sorriso di sfida e superiorità dipinto sulle labbra, voltando la testa di tanto in tanto per controllare i corridoi e tendo le mani sui fianchi in un atteggiamento finalizzato ad ostentare il potere che avevo. Se continuavo per quella strada l’anno dopo sarei sicuramente diventata caposcuola, non c’erano dubbi. Io, Magenta Ramirez, ero assolutamente tagliata per queste cariche: autoritaria, avvezza al comando, decisa e scaltra, senza alcuna compassione verso chi infrange le regole che proprio io devo proteggere.
Il mio rispetto per la gerarchia e la legge era sempre stato oscuro al resto della casata Serpeverde, contraddistinta da ragazzi menefreghisti a cui importa meno di zero della loro condotta: beh, si da il caso che alla qui presenti il proprio futuro interessi..e nemmeno poco. Alla fine della scuola chi è che sarà più indicata per arrivare pian piano al potere all’interno del Ministero?Esatto: quella che vi ha fatto dare così tante punizioni da macchiarvi il curriculum fino ad essere scartati anche per fare i baristi in qualche sudicio pub.
“Tirati su quei pantaloni!” urlai ad un Grifondoro che mi era appena passato accanto con mezzo fondoschiena fuori dai pantaloni della sua divisa. Mio Dio, allora è vero che c’è certa gente in giro!
Contrassi il viso in una smorfia di ribrezzo, per queste cose sono molto schizzinosa, e tirai dritto imboccando le scale che portavano ai sotterranei. Ormai era pomeriggio inoltrato e Winter era in giro a fare il suo turno di ronda, lo stesso alcuni prefetti di altre casate, così io avrei avuto il tempo necessario per studiare in vista del compito di Difesa contro le arti oscure.
Scesi le scale trotterellando e subito fui davanti al ritratto che mi separava dal resto della sala comune Serpeverde, pronunciai spavalda la parola d’ordine ed entrai a grandi passi, assicurandomi che chiunque fosse lì sentisse che stavo arrivando. I miei passi erano riconoscibili: oltre ad essere temuti da gran parte della scuola, quasi tutti i ragazzi speravano di sentire quel familiare rumore vicino alle loro stanze a tarda notte. In fondo sapevo di essere bella e forse me la tiravo anche troppo, ma era così divertente avere tanti piccoli chauffeur a propria disposizione..mi faceva assaporare ancora di più il gusto di essere me stessa, quel senso di potere e controllo sugli altri che nient’altro può ripagare.
Passai velocemente davanti a una ragazza in piedi lì vicino, ma non feci in tempo a superarla del tutto che mi fermai, arricciai il naso dopo aver sentito l’odore di alcool e mi voltai velocemente verso di lei, notando una piccola pozza vicino ad una poltrona e una bottiglia quasi del tutto vuota di un liquore a me sconosciuto. Tossicchiai per farmi notare e le rivolsi un veloce sorriso, molto più tirato e finto di quanto intendessi: in fin dei conti non avevo voglia di litigare e inoltre, visto che fare uso di alcolici all’interno della scuola era proibito, non mi sarei mai azzardata a farlo presente al preside, altrimenti Serpeverde avrebbe perso punti e con quelli anche la coppa delle case. Comunque conoscevo di vista la ragazza, sapevo che anche lei era una di quelle più inseguite e sapevo che era una veela, motivo in più per cui non alzare la voce..l’istinto di sopravvivenza è sempre in agguato, si sa.
Comunque nella sala comune non c'era nessun altro e chiunque avrebbe portato con se una bottiglia di liquore..si sa come sono fatti i Serpeverde: nessuno avrebbe lasciato così quella bottiglia, senza essere bevuta, ragion per cui poteva essere solo della ragazza.
“Senti, potresti pulire per terra?Se entra qualche professore o addirittura il preside andiamo tutte e due nei casini e sinceramente non ho voglia di perdere il mio posto”
Ok, forse il tono di voce non era stato dei più gentili, ma in fondo le bastava alzare la bacchetta e dire tre parole per sistemare tutto..non ci sarebbe voluto molto. Ovviamente io non avevo la minima intenzione di pulire al posto suo: tu bevi, tu sporchi, tu pulisci, mi sembra una cosa abbastanza semplice.
Stavo per salire le scale verso la mia camera quando mi fermai di nuovo e mi voltai verso la ragazza, questa volta parlando un po’ più gentilmente.
“Ah, ovviamente io ti copro, sennò la casata perde punti, ma non ti conviene bere nel bel mezzo della sala comune..non è il posto più sicuro.”
Io non avevo mai fatto niente di contrario alle regole nei miei sei anni di scuola, forse avevo fatto solo un piccolo strappo il giorno in cui avevo fatto un bagno al lago con Shadow, ma non era stato niente di così eclatante. In ogni caso, se avessi veramente voluto fare qualcosa di nascosto sarei stata molto più attenta e di certo non mi sarei messa a scolarmi una bottiglia di Whiskey Incendiario in piena sala comune Serpeverde..non si sa mai chi è tuo amico e chi no.


Edited by Magënta - 30/4/2012, 16:30
 
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;scarlett
Posted on 1/5/2012, 15:50     +1   -1




Stava ancora osservando la pila di quei pochi libri rimasti nella libreria, quasi come se fosse tentata dall’idea di prenderne un altro. Sicuramente uno più noioso del precedente non l’avrebbe mai trovato, ma non si può mai sapere. Con fare critico, osservava in particolare un libro dalla copertina rossa, che spiccava rispetto a tutti gli altri, alla vista della ragazza. Il braccio sinistro sotto il seno, mentre il destro toccava appena il meno in segno di indecisione. La sua espressione era leggermente corrucciata, ma durò pochissimi secondi, poiché improvvisamente si accorse di una ragazza, alle sue spalle fare la sua entrata nella sala comune. Ecco, in realtà non era una Serpeverde qualunque, era una delle prefette. Tuttavia Scarlett non rimase a guardarla, senza rivolgerle parola, tornò a osservare la sua pila di libri, stavolta molto meno interessata di qualche minuto fa. Aveva quasi preso il famoso libro dalla copertina rossa, quando la ragazza dietro di lei, le disse qualcosa tipo: « Senti, potresti pulire per terra? Se entra qualche professore o addirittura il preside andiamo tutte e due nei casini e sinceramente non ho voglia di perdere il mio posto.» Ovviamente non ce l’aveva con lei. O almeno così pensava la veela, tant’è che non si prese il disturbo di risponderle, concludendo così la sua azione che aveva cominciato prima che entrasse la prefetta. Prese il libro rosso e lo aprì, ad una pagina a caso, più o meno nel mezzo, cercando di capirci qualcosa. Sinceramente, non aveva visto nessun altro nella stanza oltre loro due, ma dopotutto non erano affari suoi se la prefetta parlava da sola. O forse no, forse ce l’aveva davvero con lei. Non appena riuscì a capirlo, si girò verso la ragazza, quasi ridendo delle sue parole. Ma si trattenne, chissà come e le disse: «Certo. Magari do anche una ripulita generale a tutta la sala comune, che ne dici?» Le chiese, ironica. Tuttavia sul suo volto era presente un sorrisetto, destinato velocemente a svanire. Infatti i suoi occhi color del ghiaccio immediatamente si abbassarono verso il libro, continuando a leggere e per alcuni secondi, si potevano vedere solamente le sue lunghe ciglia folte. E probabilmente, se la prefetta non avesse fatto accenno alla pozza per terra -che tra l'altro, non era poi così grande, ma un passo nel bel mezzo di essa, avrebbe sicuramente steso chiunque sul pavimento- la ragazzina se ne sarebbe sicuramente dimenticata, anzi lo avrebbe fatto già da un pezzo, se Magenta non fosse dietro di lei a consigliarle qualcosa del tipo, pulisci e sorridi. O cazzate del genere. Cose che la Riley non aveva assolutamente voglia di ascoltare, poichè le davano una noia tremenda. Dopotutto, dimenticarsene era così facile, soprattutto per chi ha appena bevuto quasi mezza bottiglia. E poi, andiamo, per quale assurdo motivo un professore, o addirittura il preside sarebbero dovuti entrare la dentro? E in quel preciso istante? Si fece scivolare le frasi della ragazza addosso, anche quando le disse «Ah, ovviamente io ti copro, sennò la casata perde punti, ma non ti conviene bere nel bel mezzo della sala comune..non è il posto più sicuro.» Oh, che gentile. E continuando a mantenere lo sguardo sul libro le disse «..Se è per questo non credo esista, un posto sicuro per fare certe cose.» Bofonchiava adesso, queste parole, senza un destinatario preciso. Era ovvio che non aveva intenzione di ripulire. E perché avrebbe dovuto farlo? Magari dopo, adesso se ne sarebbe tornata in camera, quel libro aveva davvero l’aria di essere interessante. O almeno più del primo, questo sicuramente. E poi, c’era già chi si occupava di quelle cose, gli elfi che cosa esistevano a fare? Era il loro compito di creature. Punto. Avevano il compito di servire i maghi, come il suo era quello di ‘’ammaliarli’’ gli umani. Sì, in un certo senso si potrebbe vederla così. Quindi perché scomodarsi a pulire? Mettiti l’anima in pace. Stop. Tutto finito. Eccola quindi muovere qualche passo, in direzione della pozza di alcol, tanto per controllare che fosse ancora li, e..sì. Lo era. Certo, non è che potesse sparire da li, da un momento all'altro anche se probabilmente sarebbe stato molto meglio così. Ora la Riley era tornata a controllare nuovamente il suo libro, dando le spalle alla prefetta. Maleducata? Sì, forse un pò sì. Ma più che altro, tutti questi suoi gesti, davvero li fa senza badare alle conseguenze, ad esempio e se dando le spalle alla prefetta, questa si sarebbe arrabbiata? Solo dopo se ne sarebbe potuta accorgere, ma lei è fatta così, vive in un mondo suo e pretende il rispetto di tutti, ed è di fondamentale importanza, ma, per quanto riguarda il rispetto per gli altri, beh quello passa di mente molto facilmente.


 
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Magënta
Posted on 4/5/2012, 18:35     +1   -1





Ok, premettendo di non essere mai stata né gentile né simpatica, vorrei aggiungere un’altra cosa alla mia lunga lista di adorabili pregi: mi innervosisco molto facilmente. Non sono impulsiva, tutt’altro, medito sempre bene prima di dire o fare qualcosa, ma ciò non vuol dire che dentro, sotto strati e strati di autocontrollo, non covi un mare di insulti che vorrebbero tanto uscire dalla mia bocca.
La ragazza mi stava innervosendo e non poco, la sua facile ironia sul ripulire l’intera sala comune aveva già stuzzicato i miei nervi, ma la classe si vede in questi momenti, quindi non commentai, né tanto meno assecondai l’istinto di tirare fuori la bacchetta e trasformarla in qualche strano animale.
“..Se è per questo non credo esista, un posto sicuro per fare certe cose.”
Feci un respiro rumoroso e sorrisi, un sorriso visibilmente finto, di quelli che trasudano gentilezza forzata da tutti i pori. Comunque dovevo ringraziarla per avermi offerto l’occasione su un vassoio d’argento.
“Da ciò deduciamo quindi che è meglio non farlo affatto”
Presi la bottiglia da terra e con un semplice tocco di bacchetta la trasfigurai in una piccola scatola di cartone, per poi buttarla nel secchio più vicino. Sapevo bene che la mattina dopo, quando gli elfi sarebbero venuti a pulire, si sarebbero accorti dell’incantesimo, ma sarei stata lì ad aspettarli, pronti a corromperli con un semplice pezzo di pane: gli elfi si comprano facilmente, ne avevo uno a casa che ubbidiva quasi esclusivamente a me.
Mi avvicinai silenziosamente alla libreria a muro sul fondo della stanza. I prefetti Corvonero mi avevano detto che nella loro sala comune c’erano scaffali di libri ad ogni angolo, ma per lo più erano vuoti visto che gli studenti ne facevano largo uso; a loro detta i libri non erano gli stessi della biblioteca, sarei stata veramente curiosa di sapere quali strani mattoni nascondevano se i loro discorsi sul loro contenuto non mi avessero annoiata a morte.
Passai l’indice sullo scaffale, sorridendo leggermente per la polvere che il mio dito scansava man mano che andava avanti: da noi non era come nella sala comune di Corvonero, qui gli scaffali di libri erano pochi e pieni di ragnatele, solo in pochi ci dedicavamo allo studio e la cosa non mi dispiaceva, in questo modo il mio curriculum sarebbe stato decisamente più sorprendente, se possibile.
Quando trovai il libro fermai l’indice ed estrassi il tomo dallo scaffale, mettendomelo sottobraccia mentre mi andavo a sedere sulla poltrona più vicina. Per un attimo alzai lo sguardo verso la ragazza di prima: aveva un libro davanti, cosa che mi sorprese non poco e, come avevo immaginato, non aveva nemmeno sollevato la bacchetta di un millimetro per pulire quella fastidiosissima pozza d’alcool. Immaginatevi l’odore che può venire fuori da un mix di muffa, umidità, aria consumata e alcool..c’era un puzzo quasi nauseabondo, il che mi fece rimpiangere per l’ennesima volta di avere la sala comune nei sotterranei.
Alzai un sopracciglio ma cercai comunque di non dire niente, in modo da non farmi uscire dalla bocca un tono acido e maleducato. Aprii il libro e cercai di concentrarmi su un incantesimo di attacco, niente di particolare, me lo ricordavo bene, ma ripassare non fa mai male..di studio non si muore, come dicono i miei. Comunque fu tutto inutile, nonostante sapessi bene quell’incantesimo la puzza nauseante che appestava l’aria non mi permetteva di concentrarmi abbastanza, in più dovevo ammettere che l’idea di non essere stata ascoltata non mi aveva reso troppo felice, ecco. Dopo tutto non le avevo richiesto di rifare tutti i letti dei dormitori, solo di alzare la bacchetta e dire due parole. Vi chiederete perché non l’abbia già fatto io. Semplice: perché ognuno si prende le sue responsabilità..mica avevo versato io la bottiglia.
Chiusi di scatto il libro, lanciando un’occhiataccia alla ragazza, che se ne stava tranquilla e beata, cosa che mi diede ancora di più sui nervi.
“Mio Dio, pulisci quella pozza!C’è una puzza tremenda!”
Non urlai, ma ci andai vicina: già di mio avevo un tono di voce abbastanza alto, in più si avvertiva bene la palese irritazione nella mia voce. In fondo non le costava molto, no?
 
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;scarlett
Posted on 6/5/2012, 18:09     +1   -1





A quel punto molti si sarebbero arrabbiati. O spazientiti, o innervositi. Lei no, non era niente di questo. Con il tempo, d'altronde aveva imparato a controllarsi e a non farsi sangue marcio per cose così.. futili. E litigare con un prefetto, o comunque qualcuno della tua stessa casata. Sarebbe come infangarsi le proprie scarpe. Ma, ecco lei di scarpe ne aveva a milioni, e sicuramente quel paio non le sarebbero mancate, tanto per attenersi alla metafora. Che poi, tanto per la cronaca, non stavano affatto litigando. O almeno non Scarlett, si stava godendo minuto per minuto quella conversazione un tantino acceso. Ebbene signore e signori ecco svelato un segreto, questo è il modo di divertirsi della veela. Ma se state pensando che le piace vedere la gente perdere le staffe o innervosirsi è ovvio che siete del tutto fuori strada. Le piace il confronto, prova piacere nel parlare con la gente, che sia una litigata, o una semplice chiacchierata fra amiche. Potreste pensare che sia del tutto insensato, cosa che effettivamente è. Ma di certo lei non si aspetta che la capiate. Dopotutto siete solamente dei semplicissimi e noiosi umani. Un sorriso malizioso, appena accennato in direzione della ragazza. Le piaceva. Nel senso che aveva la battuta pronta. E' davvero seccante avere schiere di gente del primo o secondo anno, che ti seguono ovunque tu vada, solamente per poterti portare la borsa, o i libri per la lezione, solamente per cercare di non essere presi di mira. Ma dopotutto lei era una prefetta, non ci sarebbe altro comportamento da assumere, anche la stessa Riley avrebbe assunto lo stesso suo carattere, in quel caso. O forse no, non ci sarebbe mai riuscita. Ed ecco perchè essere prefetta non era mai rientrato nelle sue ambizioni strettamente vitali.
«Da ciò deduciamo quindi che è meglio non farlo affatto»
Le aveva detto la ragazza, rispondendole immediatamente, con quel tono autoritario di chi cerca di portare qualcuno sulla retta via, o come se stesse parlando ad un bambino.
«Già.»
Iniziò a dire, la veela, con un tono del tutto pacifico e rilassato, mentre sfogliava distrattamente il libro rosso fiammante, e gli occhi cerulei, simili a due pezzi di ghiaccio, incollati su di esso.
«Ma vedi, ormai il danno è fatto. E poi questo libro..»
Continuò a dirle, alzando adesso il libro all'altezza della sua testa, per farglielo notare, e mantenendo l'indice al suo interno per non perdere il segno delle pagine.
«..Ha l'aria di essere davvero interessante. E se solo tu mi conoscessi, sapresti che è davvero molto raro che io trovi un libro a malapena interessante.»
Adesso la Riley fissava il volto della prefetta che nel frattempo era andata a sedersi, anche lei voleva leggere? Santo cielo, e da quando tutti
questi Serpeverde leggono? Sin dal suo primo anno ad Hogwarts la ragazzina, raramente vedeva qualcuno che, come lei, trovava il tempo di leggere un libro. Non che a lei piacesse particolarmente, però era abbastanza piacevole. A volte. Era rimasta li in piedi, mentre la prefetta era andata a sedersi sul divano, e aveva trasfigurato la bottiglia in un cartone. E poi, ironia della sorte, la veela non aveva neanche la sua bacchetta con se, a portata di mano. Era di sopra nei dormitori, ma dopotutto non le sarebbe servita. Quasi tutti quelli che facevano parte di quella casata sapevano che lei era una veela. E la evitavano. Semplice. Quindi la bacchetta per allontanare qualcuno da se, non serviva poi così tanto.
«Mio Dio, pulisci quella pozza!C’è una puzza tremenda!»
Le lamentele pietose della prefette, causarono un lieve risolino del tutto adorabile da parte della veela, che educatamente cercò di mascherare con una manina davanti alla bocca. Appena in tempo. Ma dopotutto non lo aveva fatto con l'intento di darle fastidio, poichè subito dopo disse.
«Ah non dirlo a me! chi è che ha fumato qui dentro?!» Come se la prefetta non si riferisse al suo casino. E in parte era vero, con tutta quella puzza di fumo e altri odori irriconoscibili, la puzza d'alcol si sentiva a malapena.
«Ascolta. Fai finta che nessuna persona sia qui. Cosa faresti?»
Una domanda semplice, uscita di getto dalla bocca della creatura. La risposta ovviamente era ''pulirei tutto da sola, magari anche imprecando fra me e me''. E la prefetta ci sarebbe arrivata sicuramente da sola, visto che stupida non era e non c'era bisogno di darle tutta la soluzione in in batter d'occhio, nel frattempo la veela si era poggiata alla libreria, e aveva riaperto quel libro, anche se tuttavia difficilmente avrebbe potuto continuare a leggerlo.
 
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4 replies since 29/4/2012, 11:58   53 views
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